Con il parere del 14 ottobre 2024, l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale (Aran) ha ufficialmente ribadito che la possibilità di modulare liberamente la pausa pranzo spetta esclusivamente al personale in regime di turnazione, in conformità con quanto previsto dal CCNL del 16 novembre 2022.
L’Aran, attraverso questo pronunciamento, intende fare chiarezza su un aspetto di fondamentale importanza: l’applicabilità dell’articolo 35, comma 10, del suddetto CCNL, relativo alle modalità di gestione delle pause sul lavoro e alla distribuzione dei buoni pasto per i lavoratori pubblici.
Il contesto normativo di riferimento evidenzia la necessità di garantire diritti e tutele ai lavoratori, rispettando nel contempo le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. L’obiettivo del chiarimento è di favorire un’applicazione uniforme delle norme, tutelando gli interessi dei dipendenti e promuovendo un clima di confronto e negoziazione tra le parti sociali.
Il quesito dell’ente locale
Un ente locale ha chiesto all’Aran se la norma potesse estendersi anche al personale con orario giornaliero continuato (7 ore e 12 minuti), distribuito tra mattina e pomeriggio ma non organizzato in turni. In particolare si chiedeva se lo spostamento della pausa pranzo al mattino o alla sera potesse essere previsto senza perdere il diritto al buono pasto.
Cos’è il buono pasto e come funziona
Il buono pasto è un beneficio accessorio che sostituisce il servizio mensa e permette l’acquisto di pasti o generi alimentari presso esercizi convenzionati. Sebbene previsto dal CCNL, non è un diritto soggettivo automatico: la sua effettiva erogazione dipende dalle
risorse finanziarie dell’amministrazione e dalle intese nella contrattazione integrativa decentrata.
La risposta Aran: vincolo alla turnazione
Con la risposta n. 27769 del 14 ottobre 2024 (prot. Entrata n. 7570), l’Aran precisa che:
Applicabilità limitata al personale in turnazione
Il richiamo esplicito a “ciascun turno di lavoro” esclude interpretazioni estensive: solo chi è inserito in un regime di turnazione formalmente riconosciuto può vedere la pausa pranzo riposizionata all’inizio o alla fine del turno senza perdere il buono pasto.
Principio di continuità del servizio
La flessibilità mira a garantire il regolare svolgimento dei servizi pubblici in settori dove una pausa tradizionale interromperebbe attività essenziali.
Regime ordinario per il personale flessibile ma non turnista
Chi svolge orario articolato su fasce giornaliere, senza un sistema di turni, deve rispettare la durata minima di 30 minuti e collocare la pausa secondo le modalità tradizionali per mantenere il diritto al ticket pasto.
Implicazioni per le amministrazioni
Le news di questo chiarimento ribadiscono ai responsabili del personale e agli uffici contrattuali delle pubbliche amministrazioni di:
Verificare se il proprio personale sia formalmente in regime di turnazione.
Rinegoziare, se necessario, le pause in sede di contrattazione integrativa per mantenere il buono pasto ai turnisti.
Attenersi alle regole generali per ilpersonale non turnista, evitando accordi impropri che potrebbero esporre l’ente a contenziosi.
L’intervento dell’Aran rappresenta un passo decisivo sul diritto del lavoro pubblico, chiarendo che il legame tra turnazione e flessibilità nell’uso della pausa è un principio inderogabile. Le pubbliche amministrazioni dovranno adeguare regolamenti e contrattazioni decentrate per applicare correttamente le disposizioni e tutelare sia la continuità dei servizi sia il benessere dei dipendenti pubblici.
Redazione NurseNews