La Riforma dei Concorsi Pubblici 2023 è diventata realtà con la pubblicazione del DPR n.82 nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.150 del 29 Giugno 2023. Il nuovo Regolamento Concorsi Pubblici contenuto nel DPR è entrato in vigore il 14 Luglio 2023, ovvero 15 giorni dopo la pubblicazione in GU.
Come funziona la nuova modalità di accesso alla Pubblica Amministrazione
Secondo il nuovo Decreto, l’assunzione a tempo determinato e indeterminato nelle PA avverrà mediante concorsi pubblici orientati alla massima partecipazione. I concorsi si svolgeranno con modalità che garantiscono l’imparzialità, l’efficienza, l’efficacia e la celerità di espletamento. Tra le tipologie selettive previste, le PA possono scegliere tra concorso per esami, concorso per titoli ed esami, e corso-concorso.
Procedure chiuse entro 6 mesi
Con i recenti sviluppi in ambito di concorsi pubblici, si definisce un nuovo orizzonte temporale per la conclusione delle procedure: un massimo di 6 mesi. Queste modifiche nella gestione dei concorsi segnano un passo avanti significativo nella direzione della trasparenza e dell’efficienza.
Requisiti di accesso: cambiamenti importanti
La Riforma dei Concorsi Pubblici 2023 introduce cambiamenti significativi nei requisiti di accesso ai concorsi. Oltre ai cittadini italiani e dell’UE, ora possono partecipare ai concorsi pubblici anche le persone titolari dello status di rifugiato e i cittadini dell’UE con diritto di soggiorno o permesso di soggiorno UE di lungo periodo.
Più tutele nella parità di genere
La Riforma introduce nuove e concrete tutele alla parità di genere. Il bando di concorso deve ora indicare la percentuale di rappresentatività dei generi nell’Amministrazione che lo bandisce. Nel caso in cui la differenza percentuale di rappresentatività tra i generi sia superiore al 30%, a parità di titoli e meriti, si darà precedenza al genere meno rappresentato.
Partecipazione ai Concorsi tramite il Portale InPA
Partecipazione ai Concorsi tramite il Portale InPA
L’accesso ai concorsi pubblici è ora possibile esclusivamente tramite il portale del reclutamento “inPA“. Questo rappresenta una delle principali innovazioni della recente riforma dei concorsi pubblici.
Concorsi su base territoriale
Un’altra novità riguarda l’implementazione dei concorsi su base territoriale. La riforma dei concorsi pubblici prevede che i candidati non possano presentare domanda di partecipazione per più di un profilo oggetto del bando e, rispetto a tale profilo, per più di un ambito territoriale. Questo significa che un candidato partecipante a un concorso dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate, dovrà specificare per quale regione o città si candida e non potrà presentare domanda anche per altri territori.
Inoltre, è prevista una riserva del 15 per cento nei concorsi pubblici per i volontari “che abbiano concluso il servizio civile universale senza demerito”.
La norma “Taglia-Idonei”: Una svolta per i candidati
La riforma dei concorsi pubblici introduce anche una norma “taglia-idonei”, secondo la quale solo i candidati che rientrano nel 20 per cento dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi potranno fregiarsi di questa qualifica.
Inoltre, è prevista una riserva del 15 per cento nei concorsi pubblici per i volontari “che abbiano concluso il servizio civile universale senza demerito”.
Riserve per Figli di Deceduti per Covid
La riforma introduce una nuova categoria riservataria per i figli di medici, infermieri e operatori sociosanitari deceduti per Covid durante lo svolgimento delle loro attività. Questo gruppo sarà considerato una categoria privilegiata, al pari livello degli orfani dei caduti e dei figli dei mutilati e degli inabili permanenti al lavoro per ragioni di servizio nel settore pubblico e privato.
Ricorsi e validità Graduatorie
Infine, la riforma introduce alcune novità in merito alla pubblicazione e vigenza delle graduatorie dei concorsi. Ora, i termini per l’impugnativa delle graduatorie decorrono dalla contestuale pubblicazione sul portale inPA e sul sito dell’Amministrazione interessata, e non più dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Inoltre, la durata di validità delle graduatorie è stata estesa a 2 anni dalla data di approvazione, invece dei precedenti 18 mesi.
In conclusione, la riforma dei concorsi pubblici 2023 rappresenta un passo significativo verso la creazione di un sistema più equo e moderno per l’accesso alla Pubblica Amministrazione in Italia.