Quattro articoli con la finalità di dare specifiche competenze e ruolo a una nuova figura di infermiere dedicata alle cure primarie. Sarà inserita tra le figure del distretto previste dalla Balduzzi e avrà un ruolo centrale nelle cure domiciliari. IL TESTO.

25 FEB – “Il pieno riconoscimento della professione infermieristica come figura di riferimento per lo sviluppo e il potenziamento dei servizi territoriali di assistenza domiciliare al fine di salvaguardare lo stato di salute dei cittadini”. Questa la finalità del ddl presentato dalla senatrice del Gruppo Misto ed ex 5 Stelle Ivana Simeoni. E per farlo la senatrice, anche lei “infermiera professionale” come riporta la sua scheda biografica del Senato, si propone di istitutire per legge la figura dell’infermiere di famiglia.

Una nuova figura con compiti e ruoli ben precisi disegnati nel ddl che prevede il suo inserimento a tutto titolo nell’équipe per le cure primarie prevista dal decreto Balduzzi.

L’infermiere di famiglia, per Simeoni, deve essere “figura di riferimento per lo sviluppo e il potenziamento dei servizi territoriali di assistenza territoriale e domiciliare”. I suoi compiti sono ampi e così disegnati nel ddl: “salvaguardare lo stato di salute dei cittadini e fronteggiare i problemi legati alla diffusione della cronicità e diminuire altresì gli accessi in pronto soccorso e le degenze ospedaliere, garantendo assistenza ai malati cronici che non richiedono cure intensive in ospedale”.

Le cure domiciliari appaiono comunque il settore più importante per questa nuova figura dove opererà in collaborazione con il medico di famiglia sempre in linea con le strategie del distretto di cui questa figura diventerebbe uno dei riferimenti insieme ai medici di famiglia, i pediatri e le altre figure professionali previste dalla legge Balduzzi.

Ma come dicevamo le cure domiciliari sono il territorio d’elezione dell’infermiere di famiglia e il ddl prevede specifiche competenze in questo ambiito:
a) identificare e valutare lo stato di salute ed i bisogni degli individui e delle famiglie nel loro contesto culturale e di comunità;

b) pianificare ed erogare assistenza alle famiglie che necessitano di interventi specifici;

c) promuovere la salute dei soggetti, delle famiglie e delle comunità;

d) sostenere ed incoraggiare gli individui e le famiglie nella partecipazione alle decisioni relative alla loro salute;

e) applicare la conoscenza di diverse strategie di insegnamento ed apprendimento con i soggetti, con le famiglie e con le comunità;

f) partecipare alle attività di prevenzione;

g) provvedere a un costante aggiornamento allo sviluppo professionale attraverso la formazione continua;

h) pianificare e realizzare interventi informativi ed educativi rivolti ai singoli, alle famiglie e alle comunità, atti a promuovere modificazioni degli stili di vita e migliore aderenza ai piani terapeutici e riabilitativi, utilizzando e valutando diversi metodi di comunicazione;

i) partecipare alla ricerca, recuperando dati epidemiologici e clinici in relazione a specifici obiettivi conoscitivi e assistenziali

Da Quotidiano sanita.it

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Alfio Alfredo Stiro nasce in Sicilia a Catania il 22/01/1970, consegue la laurea in infermieristica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Catania e successivamente il Master in Management delle Professioni Sanitarie. Master in osteopatia posturale presso l'universita di Pisa dipartimento di endocrinologia e metabolismo,ortopedia e traumatologia,medicina del lavoro. E scuola di osteopatia belga, Belso.ha frequentato numerosi corsi sull'emergenza, in servizio presso l’U.O. di Pronto soccorso e Ps pediatrico. Azienda Cannizzaro per l'emergenza di catania.

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