Bimbo che batte la testa: quando è a rischio di emorragia interna?

Quando un bimbo batte la testa, magari cadendo dal fasciatoio, dal letto o ruzzolando mentre corre spedito, possono accadere due cose, la prima più frequente e l’altra per fortuna più rara:

1. Ematoma esterno (sottocutaneo): parliamo del famoso e spesso innocente “bernoccolo” che si il più delle volte si risolve da solo senza danni dopo alcuni giorni (magari trattando la zona colpita con unguenti antinfiammatori/antiedemigeni come ad esempio Reparil gel).

2. Ematoma interno (endocranico): il formarsi di una raccolta di sangue all’interno della scatola cranica è l’evento più temuto; nei più piccini (fino a 18 mesi!) la presenza delle fontanelle craniche aperte (zone del cranio non ancora completamente ossificate!) conferisce maggiore elasticità ammortizzando meglio il colpo e riducendo così il rischio di emorragia interna. Ma talora l’intensità del colpo può essere tale da provocare comunque un danno grave!

Quando sospettare un’emorragia interna? Quando praticare una TC cranio? Quando invece restare a casa in vigile osservazione?

Trauma ad ALTO rischio di emorragia interna
Trauma a BASSO rischio di emorragia interna
Trauma ad ALTO rischio di emorragia interna
Ecco elencati alcuni dei principali segni e sintomi d’allarme suggestivi di raccolta ematica endocranica. Se il vostro bimbo ha battuto la testa e siete confusi sul da farsi, ponetevi le domande di seguito elencate… vi aiuteranno ad orientarvi e stabilire la necessità di pronta visita medica!

1) Alterazioni dello stato dui coscienza e/o comportamento insolito
Ha pianto subito dopo aver ricevuto il colpo in testa? Oppure è rimasto per qualche secondo/minuto privo di sensi? In quest ultimo caso si tratta di un trauma cranico commotivo che va osservato con maggiore attenzione!
Come si presenta a distanza di due ore dal colpo in testa? Se è presente almeno una di queste condizioni bisogna stare molto attenti:
appare stranamente sonnolento e non apre gli occhi spontaneamente ma solo dopo che lo si chiama
non obbedisce a comandi semplici (es: metti le mani in testa, mostrami i denti)
appare confuso, disorientato, dice cose senza senso
appare insolitamente irritabile: poco allegro, piange per nulla, sorride poco, ha un comportamento “diverso dal solito”… specie con bimbi più piccini (sotto i 36 mesi) l’irritabilità può essere talora l’unico segno rilevabile
2) Vomito insorto a distanza dal colpo
Il vomito che segue immediatamente il trauma di solito è semplicemente legato allo spavento. Se però il bambino presenta nausea e vomito a distanza di 1-2 ore dal trauma allora bisogna elevare il grado di allerta.

3) Cefalea ingravescente e non responsiva ad antidolorifici
La presenza di mal di testa ingravescente e che non migliora con comuni antidolorifici (es: Tachipririna, Nurofen…) è un altro segnale d’allarme

4) Segni di frattura cranica
Depressioni o anomali rilievi nel contorno della scatola cranica

Segni di frattura della base cranica:

Sangue dal naso o dall’orecchio dopo il trauma
Ecchimosi intorno agli occhi (questo segno viene detto anche “raccoon eyes” o “occhi da procione”)

Ecchimosi a livello della mastoide (dietro l’orecchio; questo segno viene detto anche segno di Battle)

Quando ha senso fare la TAC Cranio?
La Tac Cranio è un esame di rapida esecuzione ma è opportuno effettuarlo solo se, sulla base dei sintomi sopra elencati, c’è un concreto sospetto di emorragia interna. Praticare infatti una TAC cranio prima della comparsa di tali sintomi potrebbe essere controproducente in quanto talora l’ematoma interno si forma in maniera lenta (a volte anche dopo 1 giorno!). Anticiparne quindi l’esecuzione “per motivi d’ansia” potrebbe non mostrar ancora nulla, liddove un’emorragia interna stia per formarsi e magari diverrebbe sintomatica e radiologicamente evidente dopo 8-12-24 ore. Quindi piuttosto che trovarsi a dover fare magari due volte la Tac Cranio (perchè la prima è stata fatta troppo presto!), meglio farne una sola al momento giusto e cioè liddove indicato sulla base dei sintomi.

Possiamo far dormire un bambino che ha battuto la testa?
Assolutamente SI. E’ falsa credenza che “bisogni tener sveglio” un bimbo che abbia battuto la testa. Costringendolo a non dormire andremmo infatti a turbare i suoi “orari” e non faremmo altro che generare un bimbo sempre più stanco e sonnolento trovandoci di lì a qualche ora di fronte ad un “quasi zombie assonnato” dall’insoltio comportamento (dovuto all’insolita privazione di sonno cui lo stiamo forzando piuttosto che al trauma!) che di sicuro ci spaventerà e ci indurrà ad andare in pronto soccorso.

In ogni caso, allorchè il bambino si addormenti, è buona pratica svegliarlo ogni 2 o 3 ore. Soprattutto nei casi ove sussistano dubbi (es: bimbo che non abbia avuto una vera e propria perdita di sensi ma sia comunque risultato “stordito” dal colpo), ove l’impatto sia stato importante e soprattutto nei casi in cui il truma sia avvenuto di sera quando il bimbo è “normalmente sonnolento” e può essere quindi più arduo rilevare alterazioni del comportamento descritte sopra al punto 1.

Metterlo a dormire sul lato e svegliarlo dolcemente ogni 2-3 ore per verificare che sia sempre in stato di sonno e non sia piuttosto passato dal sonno allo stato di incoscienza (non risvegliabile!) migliora sicuramente l’accuratezza dell’osservazione domiciliare! Il motivo della posizione laterale sta nel fatto che, se malauguratamente il bimbo dovesse passare dal sonno allo stato di incoscienza, si evita che la sua lingua possa, rilasciandosi, ostruirgli le vie respiratorie.

Trauma a BASSO rischio di emorragia interna
In assenza dei segni e sintomi sopra elencati il trauma cranico può essere considerato a basso rischio di ematoma endocranico ed essere sottoposto a serena osservazione domiciliare per 24-48 ore. Durante questo periodo di osservazione bisognerà valutare l’eventuale comparsa dei segnali d’allarme sopra descritti che indurranno a rivolgersi al pronto soccorso.

Restate comunque sereni: la maggior parte dei banali “colpetti alla testa” che quotidianamente i bimbi prendono tra corsette e cadute, sono a basso rischio di emorragia interna e quindi non evolveranno in nulla di quanto sopra descritto!Faropediatrico.it

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Alfio Alfredo Stiro nasce in Sicilia a Catania il 22/01/1970, consegue la laurea in infermieristica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Catania e successivamente il Master in Management delle Professioni Sanitarie. Master in osteopatia posturale presso l'universita di Pisa dipartimento di endocrinologia e metabolismo,ortopedia e traumatologia,medicina del lavoro. E scuola di osteopatia belga, Belso.ha frequentato numerosi corsi sull'emergenza, in servizio presso l’U.O. di Pronto soccorso e Ps pediatrico. Azienda Cannizzaro per l'emergenza di catania.

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