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Da una denuncia sporta dal collegio IPASVI ( ordine degli infermieri  di Torino )su alcune presunte irregolarità registrate in strutture sanitarie, a danno del personale infermieristico; emerge che, in alcune strutture, gli infermieri svolgono la propria attività professionale in un contesto del tutto deregolamentato e al di fuori dai confini dettati dalla normativa in materia di riconoscimento professionale della qualifica di infermiere;
emerge, infatti, che diverse cooperative propongono (o impongono, come unica soluzione possibile, per essere assunti) ai professionisti sanitari contratti con inquadramento non conforme alla loro qualifica (quali contratti da operai o a chiamata o da operatori sanitari), obbligandoli, peraltro, a svolgere mansioni non rientranti tra le loro competenze professionali;


secondo quanto riportato nello stesso articolo, diversi infermieri, durante l’orario di lavoro, sarebbero obbligati a “pulire ascensori, occuparsi dei rifiuti, provvedere che gli spazi siano lustri e profumati” o a lasciare la struttura per recarsi in farmacia a ritirare farmaci, (“la Repubblica”, 8 gennaio 2017, “Io pure fattorina, così i pazienti restavano da soli”) o ancora ad assistere gli anziani nell’igiene e nel cambio dei pannoloni (“la Repubblica”, 8 gennaio 2017, “Alle 4 di mattina dobbiamo lavare i degenti”);
emergono dati allarmanti anche in relazione al numero degli infermieri impiegati nelle strutture sanitarie private per l’assistenza ai pazienti; in particolare, in una delle strutture segnalate nella denuncia, verrebbero impiegati due infermieri per 70 anziani (dall’articolo “Alle 4 di mattina dobbiamo lavare i degenti”) e persino un solo infermiere per 95 pazienti in un’altra (“la Repubblica”, 8 gennaio 2017, “Infermieri-operai, interviene la Regione”);
considerato che:
il mancato rispetto della normativa in materia di riconoscimento professionale della qualifica di infermiere e l’impiego ridottissimo di tali importanti ed imprescindibili figure professionali nelle strutture sanitarie non possono che avere ricadute negative sull’assistenza fornita ai degenti con gravi rischi per la salute;
il collegio IPASVI di Torino ha segnalato all’ispettorato del lavoro e ai NAS dei Carabinieri le situazioni più gravi, richiedendo l’intervento dell’Assessorato per la sanità della Regione Piemonte, che, insieme all’Assessorato per il Lavoro, ha riposto prontamente attivandosi per la realizzazione di un osservatorio delle professioni sanitarie e un potenziamento dei controlli sui contratti,
si chiede di sapere:
se al Ministro in indirizzo risulti che i fatti denunciati negli articoli di stampa citati rispondano al vero e quali siano le sue valutazioni in merito;
se abbia accertato, ovvero intenda accertare attraverso ispezioni o gli controlli, l’esistenza di situazioni analoghe in altre regioni italiane, soprattutto nelle strutture sanitarie private, ove si segnalano diverse situazioni di irregolarità a danno dei degenti e del personale infermieristico;
se non ritenga necessario affrontare il problema denunciato dal collegio IPASVI di Torino in Conferenza Stato-Regioni, al fine di sviluppare un’azione sinergica di contrasto agli abusi contrattuali nei confronti degli infermieri, anche nell’interesse della salute degli assistiti;
quali azioni intenda porre in essere per dare sostegno alle iniziative intraprese riguardo alle professioni sanitarie dalla Regione Piemonte.
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Alfio Alfredo Stiro nasce in Sicilia a Catania il 22/01/1970, consegue la laurea in infermieristica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Catania e successivamente il Master in Management delle Professioni Sanitarie. Master in osteopatia posturale presso l'universita di Pisa dipartimento di endocrinologia e metabolismo,ortopedia e traumatologia,medicina del lavoro. E scuola di osteopatia belga, Belso.ha frequentato numerosi corsi sull'emergenza, in servizio presso l’U.O. di Pronto soccorso e Ps pediatrico. Azienda Cannizzaro per l'emergenza di catania.

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