Per adesso, la curva è stabile.
Gli esperti avvisano che, anche quando i numeri scenderanno fino ad arrivare a quota zero, non si potrà tornare alla vita di prima.
E anche dopo l’emergenza, si prevedono misure di distanziamento sociale. Perché quella a cui andiamo incontro potrebbe essere solamente una tregua, ma il covid19 potrebbe tornare.
Alcuni virologi hanno parlato di un comportamento simile a quello dell’influenza, con un rallentamento durante l’estate e una ripresa in autunno.
L’ipotesi di una pandemia a cicli è alta e il rischio di una seconda ondata è molto concreto.
L’OMS, ha mostrato cautela, spiegando: “Arriverà un momento in cui i governi dovranno cominciare a pensare di sollevare queste misure e questo dovrà avvenire gradualmente, per arrivare a un equilibrio fra il controllo della malattia e la necessità di riportare le società alla normalità“.
Un problema, quest’ultimo, dato dalla poca conoscenza dei numeri del contagio in Italia.
Per questo, l’Iss sta studiando un modo per effettuare test rapidi per “cercare in popolazione aperta quei soggetti che hanno sviluppato una reazione immunitaria” al Covid-19, individuando le persone infettate e guarite. In questo modo, si potranno mappare gli asintomatici e tenere sotto controllo i nuovi possibili casi di coronavirus, che andranno subito isolati.
È impossibile fermare completamente la pandemia ed è alto il pericolo che torni in autunno con nuova violenza.
L’unica arma che abbiamo ad oggi per combattere questo mostro invisibile sono gli operatori sanitari che devono essere protetti con idonei DPI , le terapie intensive con i ventilatori, la distanza sociale, la quarantena, i tamponi e la ricerca di coloro che erano in contatto con i potenziali sospetti o infetti.
Grazie alle misure adottate, l’incremento dei casi è rallentato riducendo la pressione sul SSN che nonostante si è fatto trovare impreparato ha avuto la capacità grazie ai medici agli infermieri e al resto del personale sanitario di trattare con enorme sacrificio e stress e in moltissimi casi senza protezione tutti i pazienti gravi che hanno avuto bisogno di ricovero
Il mio appello è quello di non abbassare assolutamente la guardia.
Un abbraccio forte hai miei colleghi che stanno combattendo una guerra immane .
Un abbraccio a tutti i sanitari che sono caduti sul campo .
Un appello alle aziende de sanitarie , ai sindacati e al governo ‘ abbiamo bisogno di protezione per vincere questa tremenda guerra”
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