da Redazione, il 2 ottobre 2015,Repubblica Slovacca. Infermieri e personale sanitario tecnico hanno iniziato a raccogliere firme a una dichiarazione di disponibilità a consegnare le proprie dimissioni. L’iniziativa è stata lanciata da Monika Kavecka, capo dell’Unione degli infermieri e ostetriche durante un raduno di protesta che si è svolto mercoledì.
Gli operatori sanitari contestano la legge che regola la pianificazione dei loro stipendi, e vogliono risposte a cinque richieste: un adeguato finanziamento delle strutture sanitarie, una legge che adegui gli stipendi di tutti gli operatori sanitari, indipendentemente dal luogo in cui lavorano, includendo anche strutture ambulatoriali, centri benessere, case di cura e altre strutture di servizio sociale. C’è poi una richiesta che riguarda il congedo di maternità e i giorni di malattia da conteggiarsi in base all’anzianità professionale, una rivendicazione per un aumento del numero di infermieri e ostetriche nel sistema sanitario, e una maggiore attenzione alla situazione del personale tenuto conto del numero di anni di servizio.
L’Unione lamenta che per tre anni «nessuno ci ha ascoltato, e dopo negoziati che anziché un dialogo erano un monologo, il governo se ne esce con questo disegno di legge». Ricordando la minaccia di dimissioni di massa fatta dai medici nel 2011, la Kavecka crede che le dimissioni anche di un piccolo gruppo di infermieri potrebbe portare al collasso del sistema sanitario.
La dichiarazione sarà «un test dei dipendenti sanitari», in modo da capire se «sono ancora disposti a lavorare in questa fogna oppure se vogliono fare qualcosa per cambiarla», ha affermato il capo della Camera degli infermieri e ostetriche slovacchi Iveta Lazorová. I sindacati dei medici, che con la loro protesta hanno raggiunto un accordo sui salari nel 2011, hanno espresso il loro sostegno all’iniziativa degli operatori sanitari.