Ecco perché il test potrebbe funzionare.

Il Liechtenstein non ha alcuna intenzione di rimanere indietro nella lotta contro il Covid-19. Il principato sarà la prima realtà ad utilizzare i braccialetti biometrici per individuare le persone contagiate dal nuovo coronavirus.

Si tratta di una strategia che rischia di fare scuola in Europa e, perché no, nel resto del mondo. La prassi è elementare: la sperimentazione coinvolgerà per ora solo il 5% delle persone residenti nel principato. Poi, se il piano delle autorità dovesse funzionare, i braccialetti verranno distribuiti a macchia d’olio dopo la fine della prossima estate. Una scelta che deriva pure da quanto segnalato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che pare certa di come il Covid-19 sia destinato a sconvolgere di nuovo il mondo a partire dall’autunno che verrà. Parliamo della cosiddetta “seconda ondata”, che viene già ventilata anche nella piccola nazione che confina con l’Austra e con la Svizzera. L’ondata per cui il Liechtenstein non vuole farsi trovare impreparato. Ma come funzionano questi braccialetti?

Il meccanismo di questi strumenti, in sé e per sé, appare tanto utile quanto banale: i biometrici sono in grado di fotografare alcuni fattori chiave dello stato di salute di una persona. Nello specifico, i braccialetti registrano l’eventuale febbre, il ritmo respiratorio ed il battito cardiaco. Questo, almeno, è quanto si trova scritto su Repubblica, che ha approfondito la questione. Sappiamo come temperatura corporea, respiro e cuore possano influire sul quadro clinico di una persona positiva al Covid-19. La febbre e le difficoltà respiratorie sono due delle sintomatologie segnalate come possibili spie.

Certo, ci sono gli asintomatici, ma intanto i braccialetti consentirebbero di accelerare le operazioni che servono a porre in isolamento una parte dei positivi al nuovo coronavirus. Con tutto quello che ne può conseguire in termine di prevenzione per chi ha avuto a che fare con un positivo. Molto ruota attorno alle tempistiche: mentre la medicina internazionale si interroga sulle possibili terapie in grado di evitare ricoveri, il Liechtenstein ha forse trovato il modo di evitare che le persone si accorgano di aver contratto il virus molti giorni dopo il contagio. V

ale la pena sottolineare, in ogni caso, come questa operazione debba ancora essere sperimentata. Non è detto che i braccialetti funzionino, ma qualche ragione per sperare in una riuscita dell’esperimento c’è.

Di braccialetti da polso, del resto, si è parlato anche in relazione agli anziani italiani. Le istituzioni italiane dovrebbero optare per un’applicazione. Ma è possibile che anche i braccialetti entrino a far parte del paniere delle nostre contromisure al Covid-19. L’esecutivo del Belpaese deve ancora comunicare questi dettagli, che riguardano la cosiddetta “fase 2”. In Liechtenstein, dove i contagiati sono davvero pochi in proporzione alla media mondiale.

 

Redazione

Fonte

Il giornale. It

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Alfio Alfredo Stiro nasce in Sicilia a Catania il 22/01/1970, consegue la laurea in infermieristica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Catania e successivamente il Master in Management delle Professioni Sanitarie. Master in osteopatia posturale presso l'universita di Pisa dipartimento di endocrinologia e metabolismo,ortopedia e traumatologia,medicina del lavoro. E scuola di osteopatia belga, Belso.ha frequentato numerosi corsi sull'emergenza, in servizio presso l’U.O. di Pronto soccorso e Ps pediatrico. Azienda Cannizzaro per l'emergenza di catania.

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