Emanuela Cassi, 54 anni, saluta alla finestra la madre Marisa, 84 anni, ricoverata all’R.s.a Istituto Palazzolo di Milano.
Emanuela Cassi, 54 anni, saluta alla finestra la madre Marisa, 84 anni, ricoverata all’R.s.a Istituto Palazzolo di Milano (foto Andrea Cherchi)
Visite e orari ridotti, in alcuni casi accessi bloccati salvo urgenze: con l’evolversi dell’emergenza sanitaria i centri adottano misure restrittive. Ma c’è collaborazione da parte dei familiari. La storia di Emanuela e Marisa: quell’abbraccio a distanza
Una mamma e una figlia divise da un vetro. Chi ha protetto per una vita l’altra, adesso è quella fragile, da proteggere e rassicurare. Quella a cui far sentire la vicinanza anche se per qualche giorno sarà possibile soltanto dentro la cornetta di un telefono, o dietro il vetro di una finestra. Aveva preso un permesso di lavoro mercoledì per poterle far visita, nell’unico slot orario lasciato aperto dopo la limitazione degli accessi decisi dalla struttura per contrastare l’epidemia da coronavirus. «Volevo spiegare bene la situazione a mamma perché non si spaventasse. Ci siamo date appuntamento a sabato», racconta Emanuela Cassi, 54 anni, figlia di Marisa, che di anni ne ha 84, soffre di Alzheimer e da ottobre vive nella R.s.a. (Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani) Palazzolo di Milano, della Fondazione Don Gnocchi.
Redazione
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Milano. Corriere. It