
alfio stiro
Riportiamo e pubblichiamo per intero l’articolo apparso sul giornale online Nurse Times,
l’ennesima segnalazione disciplinare a carico della dott.ssa Barbara Balanzoni, medico anestesista iscritto all’ordine dei medici di Venezia inviata al Vice Ministro della Salute, al Presidente FNOMCeO e alla Presidente FNOPI
Secondo la denuncia presentata dal dott. Mauro Di Fresco, la dott.ssa “…si è macchiata dell’ennesima infrazione deontologica che, però, la Federazione dei Medici continua ad ignorare nell’ottica di una politica di intolleranza diretta esclusivamente verso gli infermieri ma mai contro i medici. Le gravissime esternazioni che, recentemente, sono state proferite dalla Balanzoni, riguardano asseriti complotti sulla vaccinazione antiCovid”.
Il piano di Guido Bertolaso, che ha promesso di vaccinare tutti i lombardi entro giugno, non convince medici e infermieri. “C’è molto affanno e ancora molti dubbi”, ha dichiarato Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano. Per il sindacato infermieri è “come scalare il K2 a mani nude”.
Il demansionamento degli infermieri non è un fatto occasionale legato ad un episodio contingente ed imprevisto. Esso è un sistema scientifico ed inesorabile di sfruttamento dei professionisti e dei cittadini è una vergogna per il nostro paese e la negazione dell’articolo 32 della nostra costituzione.
Se a questo aggiungiamo gli organici ridotti all’osso i doppi turni, i riposi saltati e gli esiti sulla salute dei cittadini e lo scientifico e programmato abbandono dell’assistenza nei territori dove le patologie croniche aumentano esponenzialmente, ma l’assistenza è ormai pari a zero. Il quadro è davvero preoccupante, ed è quantomai evidente l’urgenza di porre dei correttivi. Fare ciò però significa mettere in discussione l’intera organizzazione del SSN bisogna avere coraggio e scontrarsi con gli interessi di lobbys forti e potenti. Questa è una guerra per il diritto stesso alla salute e per questo è una guerra da combattere insieme ai cittadini insieme ai professionisti è una guerra di civiltà. Ogni volta cittadini che vedete negli ospedali gli infermieri correre dietro a padelle giri letto e pannoloni sappiate che in quella azienda le cose non vanno ed anche se a voi sembra che ci sia una puntuale assistenza così non è perché quei professionisti non stanno facendo ciò per cui sono stati formati e ciò di cui voi avreste diritto cioè l’assistenza infermieristica non stupitevi perciò se i vostri cari torneranno a casa da quei lazzaretti, con piaghe enormi, se contrarranno infezioni che non sono inevitabili, ma sono il segno di una mancata assistenza perché l’assistenza infermieristica non è letti, pannoloni e padelle essa è tecnica, relazione, educazione e tutto ciò vi viene scientificamente negato se manca il personale di supporto necessario e se un infermiere assiste più di 6 pazienti. MEDITATE sul fatto che è ormai SCIENTIFICAMENTE PROVATO che ogni aumento di questo rapporto 6/1 in qualunque forma si esprima comporta una aumento delle cure mancate, una maggiore possibilità di errori ed aumenta sensibilmente la mortalità. L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA NON È UN ACCESSORIO ALLA CURA DI QUALUNQUE PATOLOGIA ACUTA O CRONICA. L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA È PARTE INTEGRANTE E DIRIMENTE DELLA CURA
Angelo De Angelis
Redazione NurseNews. Eu
Nella maggioranza dei paesi NATO è previsto il grado di ufficiale per il personale militate infermieristico.
Solo la Romania e l’ Italia escludono a priori l’arruolamento nella categoria ufficiali degli infermieri laureati e questo nonostante il lungo percorso formativo degli infermieri delle Forze armate italiane, spesso accompagnato dal possesso di titoli di studio di secondo livello (master universitari e laurea magistrale), al pari del personale direttivo.
Insomma le professioni intellettuali, come quella infermieristica, richiedono una certa discrezionalità nelle modalità di svolgimento del lavoro e tale libertà decisionale necessita di uno status che appartiene al ruolo del personale direttivo.
L’inesistenza di un corpo sanitario infermieristico mortifica la professione, subordinandola e privandola dello sviluppo professionale, educativo e scientifico.
NurseNews
L’ipotesi è che le varianti del virus possano aggirare gli anticorpi sviluppati dopo il contagio del Sars-Cov2. La città di Manaus, infatti, potrebbe essere un ‘laboratorio’ di come le varianti del Covid possono infettare, aggirando anche gli anticorpi contro la versione ‘originale’ del virus. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Lancet, in cui i ricercatori dell’università di San Paolo cercano di spiegare perché nella metropoli da 2,2 milioni di abitanti l’epidemia sia tornata a colpire, nonostante nella prima ondata si fosse raggiunta in teoria l’immunità di gregge.
L’asl 1 Abruzzo è stata condannata dalla Corte D’appello dell’Aquila per aver
fatto svolgere agli infermieri anche mansioni lavorative inferiori , ledendone la dignità professionale.
L’azienda condannata per aver violato gli obblighi del datore di lavoro di adibire il lavoratore alle mansioni per le quali é stato assunto e previste dal proprio contratto collettivo.
Costretti a svolgere mansioni lavorative inferiori, adibiti anche ad attività prettamente alberghiere e manuali, alla presenza di tutti i pazienti, che li hanno visti svolgere anche compiti propri di altri lavoratori inquadrati in categoria inferiore, ledendone la dignità e mortificandone l’immagine lavorativa e l’identità professionale.
Un gruppo di professionisti, patrocinati dall’avvocato Deborah Di Pasquale e sostenuti dal sindacato Fials, ha fatto causa all’azienda che ora dovrà risarcirli.
La Segreteria della Fials si dice soddisfatta di aver incoraggiato i lavoratori che hanno avuto la forza di dire basta a sistematiche mortificazioni e di essere riuscita a far riconoscere loro il diritto al risarcimento per il danno subìto.
NurseNews
La #CISL catanese, con il proprio #Dipartimento per le #Politiche #Sociali e le federazioni FNP CISL Catania e Cisl Medici Catania, chiede all’ASP e al Sindaco metropolitano di determinare le ʟɪɴᴇᴇ ᴅɪ ɪɴᴅɪʀɪᴢᴢᴏ relative a questa importante fase del piano vaccinale.
Dopo la laurea, Kendeigh si è unito alla prima classe della School of Air Evacuation della US Navy. Era composto da 24 farmacista e 24 infermieri,addestrati per le procedure di incidente e la sopravvivenza sul campo e in volo, in particolare di fronte ad attacchi simulati. Sono stati inoltre formati sul trattamento di pazienti in alta quota. Il programma includeva fisiologia aeromedica , condizionamento fisico e riabilitazione polmonare, Il programma ha permesso di salvare uomini dell’esercito feriti inviati in terre lontane durante la guerra.
Kendeigh si è unito alla missione di evacuazione in una zona di combattimento attiva nel Pacifico. Era a bordo del servizio di trasporto aereo navale R4D con altre infermiere di volo. Il 6 marzo 1945, a 22 anni, Kendeigh fu la prima infermiera di volo ad atterrare a Iwo Jima . Al suo arrivo alcuni soldati hanno fischiato dopo aver visto una donna infermiera nell’area da combattimento. ] La missione di evacuazione durò fino al 21 marzo 1945. Riuscendi a salvare e assistere 2.393 marines e ufficiali.
Quando Kendeigh tornò negli Stati Uniti, partecipò a una campagna di obbligazioni di guerra . Poco dopo, volle tornare nel Pacifico,Il 7 aprile 1945, Kendeigh sbarcò e prestò servizio nella battaglia di Okinawa . È stata la prima infermiera di volo ad arrivare a Okinawa Kendeigh prestò servizio anche sui fronti di battaglia a Marianas e Hawaii .
Gli infermieri di volo sono stati in grado di assistere ed evacuare 1.176.048 pazienti militari durante la guerra; solo 46 morirono durante il viaggio.
CATANIA : PIANO VACCINALE, POCHE IDEE È CONFUSE!!!
ECCO PERCHÉ OCCORRE, IMMEDIATAMENTE COSTITUIRE UNA COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA SALUTE PUBBLICA.
LA CISL DI CATANIA CHIEDE CHE IL PIANO VACCINALE, COSÌ COME DICHIARATO DAL COMMISSARIO ARCURI, DIA ANCHE PRIORITÀ ALLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE E AI LAVORATORI “FRAGILI”, ovvero, tutte quelle persone già censite dall’ASP quali disabili gravi. Insieme ai disabili gravi vaccinare pure tutte quelle persone certificate come “Soggetti fragili”, a contatto con pubblico, oppure, quanti interessati da quadri clinici di particolare rischio (immunodepressione, esiti da patologie oncologiche, specifiche patologie etc). Per i disabili gravi pensiamo occorra adottare specifiche modalità protette, in presenza dei loro caregiver, e al loro domicilio.