Con la sentenza n. 114/2025, la Consulta cancella l’obbligo di approvazione ministeriale sui piani regionali del personale. Per la Sicilia, Regione a statuto speciale, si apre una nuova stagione di autodeterminazione in sanità.
Il fatto: cosa ha deciso la Corte
Con la sentenza n. 114 depositata il 21 luglio 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali due norme del decreto-legge 73/2024 che imponevano:
1. l’obbligo per le Regioni di ottenere l’approvazione dei Ministri della Salute e dell’Economia sui piani triennali del fabbisogno di personale sanitario;
2. un controllo ministeriale sulla congruità finanziaria delle misure regionali adottate in caso di aumento della spesa del personale.
La Consulta ha chiarito che tali controlli statali violano l’autonomia costituzionalmente garantita alle Regioni, in particolare in materia di tutela della salute e organizzazione dei servizi sanitari.
Focus sulla Sicilia: autonomia rafforzata
Statuto speciale e potestà sanitaria
La Regione Siciliana gode, in forza dello Statuto Speciale (legge costituzionale n. 2/1948), di una competenza legislativa e amministrativa esclusiva in materia di sanità pubblica (art. 17 e 20).
La sentenza della Corte si inserisce pienamente in questo quadro, rafforzando le prerogative siciliane che troppo spesso, in passato, sono state bypassate da vincoli e controlli centrali imposti con logiche emergenziali o di contenimento della spesa.
Impatto concreto sul personale sanitario
Per la Sicilia, questo significa fine dell’attesa di approvazione da Roma. In termini pratici:
La Regione può approvare da sola i propri piani triennali del fabbisogno di personale (medici, infermieri, OSS, tecnici, ecc.);
Può assumere, bandire concorsi, stabilizzare senza autorizzazione ministeriale preventiva;
Potrà allocare risorse regionali senza dover dimostrare a Roma la “compensazione finanziaria”.
Esempio pratico: un piano per l’assunzione straordinaria di 300 infermieri per coprire il turn over nei pronto soccorso siciliani potrà essere varato e attuato direttamente dall’Assessorato regionale alla Salute, senza più attendere mesi per l’ok del MEF.
Due limiti da tenere presenti
1. Vincoli di bilancio interni: la Regione non potrà assumere in deficit, ma dovrà rispettare l’equilibrio finanziario.
2. Fondo Sanitario Nazionale: la Regione dipende ancora da trasferimenti statali → eventuali sforamenti potrebbero influenzare le future negoziazioni.
Un’opportunità anche per il sindacato
La sentenza rappresenta un’opportunità sindacale enorme:
Non si potrà più addurre il pretesto del “blocco ministeriale” per rinviare stabilizzazioni o concorsi;
Le RSU e le organizzazioni sindacali regionali avranno ora maggior peso nel contrattare i fabbisogni;
È il momento giusto per pretendere un nuovo piano straordinario di assunzioni in Sicilia, in linea con i reali bisogni del territorio.
Cosa dovrebbe fare subito la Regione Siciliana
1. Aggiornare e approvare il Piano triennale 2025-2027;
2. Rilanciare i concorsi bloccati o rimasti in sospeso;
3. Avviare un tavolo tecnico con gli Ordini professionali e i sindacati per definire i fabbisogni reali;
4. Utilizzare la metodologia nazionale solo come base tecnica, ma con piena libertà operativa.
Conclusione
La sentenza 114/2025 è uno spartiacque. Finalmente le Regioni, e in particolare la Sicilia, possono recuperare la sovranità sanitaria che la Costituzione e gli Statuti speciali garantiscono loro.
È tempo di abbandonare la stagione del “blocco ministeriale” e aprirne una nuova: quella della programmazione autonoma, coraggiosa e fondata sui reali bisogni della popolazione e dei professionisti.
