“Siamo consapevoli che molti giovani cercano motivazioni sia per intraprendere la carriera di infermiere che per valutare il contrario. In questo contesto, ascolteremo le voci di infermieri, studenti di infermieristica e cittadini.”
Molti giovani prima di intraprendere la nostra professione si domandano perchè si dovrebbe sceglie di seguire questa strada.
“In questo articolo, affronteremo alcuni aspetti della professione infermieristica che potrebbero non corrispondere alle idee romantiche. Lo faccio con la responsabilità di offrire una visione chiara e obiettiva.”
“In rete si trovano molti articoli che elencano le ragioni principali per intraprendere la carriera infermieristica. Tra queste, ci sono l’ampia disponibilità di lavoro, le prospettive di crescita professionale e la non tanto facilità nell’ottenere un impiego pubblico.”
Aspetti senza dubbio interessanti, se non fosse che portano con sé un tono di mediocrità. Sembrano catturare l’attenzione, di chi non vuole fare fatica a cercare lavoro e col sogno del posto fisso nel “pubblico”.
Questa falsa retorica , ci ha portato ad avere tra i nostri ranghi, uomini e donne il cui unico scopo e arrivare al famoso ventisette del mese. Persone che risultano totalmente disinteressate alla lotta politica sindacale e ordinistica.
Talvolta, gli infermieri che entrano in politica ,in sindacato o nei vari ordini professionali, spesso si rivelano fugaci e scostanti, avendo raggiunto l’obiettivo di fuggire dalla corsia e conservare il proprio posto.
Dunque è bene descrivere cosa fa l’infermiere realmente in reparto e nelle aziende sanitarie.
L’infermiere di oggi è un professionista che sulla carte, e del lato normativo ha tanto di cui vantarsi. Un Infermiere è un Dottore in Infermieristica, unico responsabile dell’assistenza infermieristica. Degno erede della Nightingale e dei teorici dell’infermieristica che hanno migliorato l’assistenza.
Nei reparti, tutto questo non ha senso. L’Infermiere è colui che in modo frettoloso e sbrigativo prova a espletare la propria professionalità. Solitamente pochi minuti a turno.
Durante la giornata lavorativa si è costretti a fare da filo conduttore tra medico e paziente. Bisogna estrapolare le informazioni dai medici e direzionarli verso i pazienti che lo richiedono. Bisogna essere sempre da guida per gli Operatori Sanitari. Bisogna vigilare sui pazienti. Bisogna istruire gli studenti. Bisogna garantire l’assistenza spesso anche demansionandoci
Questo lavoro spasmodico ci frutta pochissimo. Meno di quanto un operaio guadagna in fabbrica. Per carità, senza nulla togliere agli operai, ma se ne fossi stato più conscio, avrei evitato di spendere i migliori anni e migliaia di euro per conseguire il corso di laurea.
Il tema responsabilità è poi interessante. Siamo responsabili di tutto. E soprattutto, paghiamo per nostro conto un assicurazione professionale, che è pronta ad abbandonarci in caso di formazione continua non a norma. Ogni azione che eseguiamo può portare danno o persino la morte dei nostri pazienti. Se fossi stato conscio, avrei sicuramente preferito la carriera in fabbrica.
I reparti poi sono sotto pressione, lo stress e la tensione sono tangibili. Abbiamo dei rate Infermieri pazienti ai limiti della norma. Un infermiere per 11 o 16 pazienti. I sindacati e le dirigenze ripetono che è tutto in regola. “Il minutaggio è corretto” si ripete come fosse un mantra. Ma di quale minutaggio si parla?
Sebbene si è tutti d’accordo che i rate infermieri pazienti siano eccessivi si continua a pensare che l’assistenza erogata, se non ottima, sia almeno sufficiente. Ma molti di noi, ma noi sappiamo che che non è vero.
L’assistenza erogata è ovviamente scarsa. In California, e da poco anche negli altri stati americani, il rapporto infermiere pazienti in unità di degenza è sceso a un infermiere per cinque pazienti. Noi quel rate, non lo raggiungiamo nemmeno nelle semi-intensive.
Nella stessa Inghilterra (NHS), il rapporto infermiere/paziente era di 1 a 6 in unità di degenza (con livelli massimi di 1 a 9).
In periodo pandemico non siamo riusciti a portare a casa nemmeno un aumento. Eroi ci chiamarono. Abbiamo una paga base di 1360€, e quella sarà per chissà quanti decenni. Mentre tasse, servizi e inflazione volano, noi guadagnamo quanto si guadagnava nei lontani anni ’80.
La professione infermieristica perde di appeal, anno dopo anno. E come sempre è colpa di tutti e colpa di nessuno.
Abbiamo bisogno di professionisti attivi, che si arrabbino, che mostrino i denti di fronte alle altre professioni e che siano pronti a presentare una querela, a chiunque si metta tra i piedi. Abbiamo bisogno di sindacati e ordini che non pensino solo ai rimborsi o al gettone, ma a come possono saltare alla gola di chi ci ridicolizza con mansioni e compensi ridicoli. Abbiamo bisogno di un comparto ordinistico di benpensanti e professionisti di estrema cultura.
Ma quello di cui abbiamo veramente bisogno è di infermieri che siano professionisti, che votino i propri candidati e che mettano da parte politicamente gli inetti.
Non abbiamo bisogno di infermieri tiktokers o influencer. Non abbiamo bisogno di foto di dubbio gusto, e certamente non abbiamo bisogno di altri vittimismi.
Prima di diventare infermiere dunque, sappi che questa professione è in crisi dei valori. Non abbiamo bisogno di professionisti che sappiano fare quel maledettissimo angolo del letto e che pensino al posto fisso. Abbiamo bisogno di persone che conoscano la professione infermieristica e che la sappiano maneggiare in modo esperto. Abbiamo bisogno di persone che portino questa professione in alto.
Redazione NurseNews.eu
fonte
Thenursingpost.it