La relazione finale sull’indagine
sulla sostenibilità del SSN da poco approvata dalla Commissione igiene e sanità del Senato mostra un sistema sanitario in grave difficoltà e che non si puo’ permettere di sopportare alti tagli finanziari.
Questo comporterebbe ulteriore peggioramento della qualità sanitaria offerta ai cittadini nonché un ulteriore deterioramento delle già estenuanti condizioni di lavoro ” di tutti i lavoratori “.
Il documento sull’indagine e dello stato di salute del nostro SSN è stato votato all’unanimità dalla Commissione Sanità del Senato.
La politica deve riflettere su quest’analisi e per il bene della salute dei cittadini italiani porre rimedio.
Credo,che il sistema sanitario italiano “uno dei migliori del mondo” sia ancora sostenibile , basta volerlo.
Purtroppo negli ultimi 20 anni a mio avviso non c’è stata la volontà di salvarlo con ripetuti tagli economici.
Non credo però si tratti solo di un problema di definanziamento della sanità , la sostenibilità del diritto alla salute è soprattutto un problema culturale,sociale e politico.
Ci trovano di fronte al più basso rapporto spesa sanitaria / PIL degli ultimi anni, quale conseguenza di una politica di definanziamento che va avanti da molti anni e continua ancora oggi,nonostante i Governi che si sono succeduti.
NON c’è un un progetto che possa rilanciare la nostra sanità e le proposte fatte dal Ministero della salute sono state sempre disattese dalla stessa politica economica nazionale che ha considerato la sanità un costo e non un fattore produttivo.
Lo Stato non è più in grado di erogare salute ai propri cittadini, aumento dei ticket , lunghe liste d’attesa , ospedali chiusi o depotenziati , carenze di personale medico e infermieristico nonché carenza o assenza delle figure di supporto, caos nei pronto soccorso , disinformazione hanno portato molti pazienti all’abbandono delle cure .
Fino ad oggi il SSN è stato tenuto in piedi grazie al senso di responsabilità etica e professionale dei professionisti della salute.
Questa spinta motivazionale si sta perdendo a causa dei numerosi problemi.
Infatti chi lavora tutti i giorni,nelle corsie nei pronto soccorso capisce che la demotivazione porterà ad un ulteriore abbassamento dei livelli di assistenza e, se fino ad oggi , nonostante il ridotto personale, l’aumento del precariato, le aggressioni nelle strutture sanitarie, turni stressanti , non rispetto delle leggi in vigore sull’orario di servizio e sui riposi , stipendio ridicolo,
DEMANSIONAMENTO , strutture fatiscenti e carenti in tutto i sanitari hanno dimostrato responsabilità e professionalità.
Questo ha portato negli anni come conseguenza il deterioramento della salute psicofisica dei lavoratori , che si ripercuote inevitabilmente sulla sicurezza delle cure da loro prestate.
È oltre il rischio alla propria salute e del paziente c’è il rischio denuncia perché trattasi di professionisti .
Quindi,diventa sempre più difficile continuare a sostenere un sistema che necessita di interventi strutturali, non al ribasso, ma di potenziamento nell’interesse della comunità italiana, perché il diritto alla salute è un bene prezioso che non si può negare.
Il nostro sistema sanitario è in grado di dare salute in modo efficace ed efficiente al cittadino?
Quale politica economica e gestionale del personale si vuole adottare?
Si può riuscire ad avere una qualità assistenziale di pari livello sia al nord che al sud?
Mi piacerebbe saperlo prima delle elezioni politiche.
NurseNews.eu
Di:Amato Angelo